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LASCIA CHE L’ANSIA TI LIBERI

Siamo troppo occupati ad ascoltare i rumori caotici del mondo, le aspettative pressanti di chi ci vorrebbe calmi e stabili.

Accontentarci di come vanno le cose, senza troppe pretese.

La verità è che c’è qualcosa dentro che spinge per farsi avanti, per essere vista e, talvolta, questa incontinenza fa paura.

Altre volte ci si castra talmente tanto che non si percepisce più neanche l’incontinenza: gli argini del controllo sono così forti da creare una barriera a questo sentire, così che l’unica cosa che si manifesta e l’ansia.

L’ansia non è il nemico, è il riflesso di ciò a cui il tuo essere vorrebbe naturalmente volgere ma a cui stai impedendo il movimento.

L’ansia si genera quando blocchi un processo di evoluzione, quando con la testa impedisci alla parte più profonda di te di scegliere, esplorare, cambiare, vivere.

L’ansia è il sintomo generato dalla sofferenza nel darsi dei limiti.

Paura di scoprirsi, di essere come si è, di riconoscersi in una fragilità, di esplodere in rabbia, di odiare, rifiutare, direi di no, esprimere la propria opinione.

Paura di trovare dentro una parte folle, impulsiva e fuori controllo.

Paura di rompere tutto ciò che si è costruito, cambiare idea, reinventarsi.

E quando ti fermi e tocchi il vuoto, tutta la paura viene a farti visita.

È un ospite indesiderato, ci hai messo anni ad inventarti un equilibrio apparente.

Un equilibrio degno di un elefante in una cristalleria.

Ma se non ascolti quella paura sarà come prendere delle catene e vivere la tua vita legata ad un palo.

Se non l’ascolti sarà come non essere te.

Sarà come aspettarsi sempre il peggio perché fuori da quel perimetro c’è il mondo a cui non puoi permetterti di affacciarti.

Vuoi proteggerti dal mondo attraverso il tentativo di limitarti. E a forza di limitarti stai diventando qualcun altro, qualcuno che nemmeno riconosci.

Il mondo resta fuori di te e tu resti fuori dal mondo.

Togliere le catene significa imparare a non avere una cornice o un perimetro, tollerare la mancanza di punti di riferimento, giungere ad una mente silenziosa per imparare ad ascoltare la tua voce più sottile.

Lo spazio vuoto è il maestro che ti insegna a riappropriarti di te stesso.

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