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IL PARADOSSO DELLA CONSAPEVOLEZZA

La scoperta di se stessi non ha mai fine.

Dedicare quattro giorni a tentare di rispondere alla domanda impossibile: “chi c’è dentro?” mi ha costretto, dopo averli esauriti, a mollare i contenuti razionali e logici.

Questa è stata la conseguenza di un momento di profonda frustrazione e desiderio di abbandonare l’esperienza del ritiro a cui ho partecipato.

È solo allora, quando ho cominciato ad ascoltare il corpo, che è emersa l’esperienza autentica della consapevolezza.

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Io sono il cambiamento che emerge momento per momento nelle mie sensazioni, sono il cuore che un minuto batte all’impazzata e poco dopo è calmo; sono i muscoli tesi e sono il loro rilassamento.

Sono il vuoto di pensieri e la mente affollata.

Sono ogni cosa, ed è per questo che sono uguale al tutto.

Sono il movimento del mondo, in continua trasformazione.

E c’è un paradosso:

io sono anche chi osserva le perenni trasformazioni, sono chi sente il cuore che batte e i muscoli che si contraggono.

Sono il punto fermo che ascolta senza giudizio ciò in cui mi trasformo, momento per momento.

Io sono le redini del mio essere.

Sono il pendolo che oscilla in tutte le direzioni e sono la mano che lo tiene.

Sono ogni pagina di un libro che racconta un pezzo di sè, e sono il libro.

Sono i fiati, gli archi e le voci di un’orchestra e sono la sinfonia che suona.

Sono la trottola che ruota intorno al suo asse.

Sono il paradosso che mantiene l’equilibrio del mondo.

E l’uomo ha creato ogni cosa a sua immagine e somiglianza, nella forma della compresenza degli opposti.

E mentre camminavo ho visto ai piedi di un albero le foglie bruciate, dai contorni color cenere;

e ho camminato ancora e accanto al fiume ho visto le foglie dai contorni color cenere, ghiacciate dall’inverno.

Intorno il silenzio e dentro di me una chiassosa risata.

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Sono meravigliata dall’esperienza di questa consapevolezza in tutta la sua semplicità.

La vita ci mette di fronte a infinite sfide che danno la possibilità di evolverci e passare da uno stato di confusione a un nuovo livello di consapevolezza.

Generalmente queste sfide le chiamiamo “problemi”.

Possiamo scegliere di impantanarci nei loro contenuti o cambiare prospettiva e imparare una lezione per sempre.

Valentina Comiti

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