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THE SHOW MUST GO ON

Le emozioni represse portano ad una profonda disconnessione dal proprio scopo di vita.

Purtroppo, troppo spesso, non siamo neanche consapevoli della presenza di queste emozioni infestanti. Ció accade quando esse si sono stratificate dentro di noi per ere geologiche sotto l’occhio indifferente e spaventato della nostra parte che deve andare avanti con la vita quotidiana.

The show must go on.

Crediamo sia normale vivere in una modalità di sopravvivenza, dominati da paure e meccanismi di difesa.

Ci sentiamo come la famosa gazzella che ogni mattina si sveglia nella giungla e sa che dovrà mettersi in fuga dalle fauci del leone.

La regola è il risparmio energetico o, al contrario, l’azione compulsiva indiscriminata che genera esaurimento.

Sono i nostri sistemi di reazione alla minaccia che ci scaraventano nel fight or flight oppure nel freezing.

Giorno dopo giorno, la parte che va avanti con la vita quotidiana sopravvive in uno stato di shock, tensione e/o di depressione, con la speranza che un giorno tutto questo possa cambiare.

Proviamo a pensare a tutte le volte che desideriamo solo arrivare a fine giornata, o quei momenti in cui anche un minimo ostacolo ci sembra gigantesco e i nostri sforzi sono triplicati.

Reiterare questa modalità di sopravvivenza genera una nuova “zona di (dis)comfort” che prima che mai diventerà il nuovo confine oltre cui non potersi affacciare.

Iniziamo a riconoscerci in quella zona cieca dove ogni potenzialità è coperta dall’ombra e ogni impulso di motivazione non è mai abbastanza impetuoso per rompere quel muro di gomma.

E proprio lì dove le emozioni sono state represse, la vita prende quel sapore amaro di insensatezza.

Per riconnettersi alla vita e al suo scopo bisogna innanzitutto uscire dalla modalità di sopravvivenza.

È un po’ come camminare nel mondo con la pressione di un cameriere affaticato che porta almeno 3 piatti bollenti su ogni braccio.

Come potrebbe trovare lo spazio per chiedersi chi è e che cosa vuole dalla vita con tutta quell’urgenza addosso?

Essere connessi al proprio scopo di vita vuol dire poter sentire una dimensione di piacere, pienezza e gioia. Se siamo così occupati a tenere a bada stress e frustrazione non avremo spazio sufficiente per aprirci alla vita.

Forse non siamo davvero così pigri, demotivati o troppo occupati come siamo abituati a pensare, probabilmente siamo solo ostaggio delle nostre emozioni.

E forse queste emozioni hanno bisogno di un gran bel rilascio in uno spazio sicuro per potersi riorganizzare, integrare e tornare a dare una pennellata di colore sulla tavolozza dei significati delle nostre vite.

Valentina Comiti

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